Violet Evergarden: il ruolo delle lettere nell’essere umano

 








Un anime dal sapore primaverile e di cambiamento quello su cui ci soffermiamo oggi, ma non solo. In questi anni, in cui siamo immersi in un mondo in continua lotta, questo anime ci ricorda l’importanza che le parole possono avere, come sottolinea anche un’altra rappresentazione animata, il richiamo della foresta, che afferma: “noi non trasportiamo solo lettere, trasportiamo vite, speranze..”. Dunque, se amate le storie tristi ma intrise di sentimenti e, soprattutto, con un ipotetico lieto fine, vi consiglio assolutamente questo anime.

Violet è una ragazzina di 14 anni, orfana, catturata durante il periodo di guerra fra Leidenschaftlich e Garalick e considerata un’arma altamente letale. Viene affidata fin da subito nelle mani del maggiore Gilbert Boungavillea, che le dà il nome di Violet e si affeziona a lei giorno dopo giorno. Purtroppo, durante una missione di guerra, il maggiore viene dichiarato disperso, tuttavia Violet riesce a salvarsi. Conclusa la guerra, Violet viene adottata dalla famiglia Evergarden e inizia la sua esperienza come bambola di scrittura automatica col fine di capire le ultime parole che il maggiore le ha rivolto prima di morire: “Ti amo”. Infatti la ragazza, essendo stata considerata esclusivamente come mezzo di guerra, non è in grado di comprendere queste parole e le emozioni ad esse legate. 

Commovente, non è vero? Da qui in poi inizierà un viaggio alla scoperta dei sentimenti e del valore che un semplice pezzo di carta scritto può avere. La nascita della vera e propria corrispondenza epistolare, secondo il dizionario Treccani, si data intorno al Duecento con la nascita della lingua volgare scritta ma, già molti anni prima, erano già noti gli usi e il valore nascosto delle lettere; un esempio è la famosa lettera settima di Platone la cui paternità è ancora in discussione ma che rappresenta senz’altro un bene di inestimabile valore filosofico culturale. 

Il ruolo delle “bambole di scrittura automatica” era quello di scrivere per conto di persone terze delle lettere che rappresentassero le emozioni provate dal cliente (si raga, sono delle donne in carne ed ossa, non dei robot, contrariamente a quanto possa far pensare il nome). Il nostro interesse, dunque, si sofferma su una funzione fondamentale delle lettere: quella emotiva. Violet e i suoi amici sono stati costretti a vivere un periodo lungo, pieno di sofferenze e paura, soprattutto la stessa Violet che in questa guerra perde anche le braccia cercando di salvare il suo maggiore, segnato dalle oscurità della guerra…ma, ci crediate o no, anche in un momento come questo si può intravedere un briciolo di luce. 

Nel 1914 il nostro mondo è scosso da un evento che cambierà radicalmente la storia: la prima guerra mondiale. Nel corso di quest’evento, in particolar modo, le lettere dal fronte diventano strumenti di sfogo per i combattenti, veicolo di speranze e di liberazione da una realtà troppo dura da sopportare. Sono dei veri propri momenti catartici in cui gli uomini straziati dalle atrocità e dalle violenze possono evadere anche solo per pochi minuti dalla dura realtà che vivono ripensando alla propria casa e ai proprio cari; d’altra parte, per questi ultimi, ricevere notizie è una speranza che il proprio caro possa ritornare da loro sano e salvo. Dopo lo scoppio della guerra, la richiesta delle bambole di scrittura automatica aumenta notevolmente, data l’esigenza di esprimersi da parte di numerose persone che non hanno avuto la possibilità di imparare a leggere e scrivere. A volte è difficile esprimere i propri sentimenti soltanto con la propria voce, in soccorso arriva così la parola scritta che ci permette di porre nero su bianco ciò che non abbiamo il coraggio di dire. Questo è solo uno dei particolari casi di cui la nostra Violet è protagonista. Ella accetta di scrivere una lettera di ringraziamento al fratello per conto di una sua collega di corso, e quello che all’inizio sembrava un caso senza speranza (a causa della troppa schiettezza della ragazza) si risolve felicemente, in quanto Violet riesce nell’impresa di aiutare la sua amica a ringraziare il fratello per non essere morto in guerra, evitandogli così la vita da alcolista in cui sarebbe certamente incorsa a causa dei suoi sensi di colpa per la morte dei genitori. 

Man mano che la nostra protagonista migliora nella scrittura, viene chiamata ad accettare lavori molto importanti come lo scrivere le lettere d’amore fra la principessa Charlotte e il suo futuro marito, ma non sempre scrivere al posto di altri è una cosa buona: il tentativo di scrittura totalmente inventata delle lettere d’amore della principessa, provoca a quest’ultima un senso di profonda tristezza in quanto non c’è nessun pensiero reciproco in ciò che viene scritto ma solo un mucchio di parole inventate per costrizione sociale, in cui nè lei nè il suo spasimante possono avere voce in capitolo. Così lo nostra Violet decidere di far scrivere alla principessa, di proprio pugno, le lettere al suo amato, così da essere quanto più sincera possibile. Il meccanismo funziona e lo scambio epistolare risulta essere più unico e vero delle solite parole inventate, rendendo felici non solo i sovrani ma anche i sudditi. 

L’anime è un susseguirsi di eventi che fanno sussultare il cuore e lasciano lo spettatore incollato allo schermo. Violet pian piano riesce ad aiutare i suoi clienti e a imparare ciò che vuol dire provare dei sentimenti. Ma quindi? La ragazza riuscirà a capire cosa vuol dire “Ti amo”? Lo capirà solo alla fine,

ovviamente, quando scoprirà che il suo maggiore è disperso e forse non ritornerà… distrutta dal dolore Violet non sa se continuare la sua vita o lasciarsi andare alla dispritornerà. Sarà una lettera delle sue colleghe e amiche a salvarla dalla sua tristezza, facendole accettare il suo passato e d esortandola a riscrivere il suo futuro come bambola di scrittura automatica. Dunque un messaggio che sembra risuonare forte e chiaro all’interno del nostro anime è il sentimento di sollievo, di unità e di salvezza che hanno le lettere. Un esempio che possiamo citare in questo senso, è la corrispondenza di Pietro Abelardo e la sua amata Eloisa: nonostante i dolorosi eventi che solcano la loro vita (l’evirazione di lui e la loro vita destinata al convento) la loro corrispondenza continua ad essere fitta ed intensa come se non si fossero mai lasciati: il loro amore continua nel tempo nonostante tutto grazie alle loro lettere. 

Purtroppo le lettere hanno lasciato il posto prima alle e-mail e poi ai messaggi sui dispositivi mobili, rendendo quel senso di emozione che illuminava i volti della gente all’atto di ricevere una lettera, magari solo settimane di attesa, sempre più raro ma, proprio per  questo, a chi non piace riceverne una a sorpresa quelle poche volte in cui questo avviene?  Ricevere lettere ha sempre un significato speciale che non sarà mai sostituito e le emozioni che si provano sono sempre uniche.

Il finale della nostra storia è aperto, si vede Violet dopo il momento di spaesamento avuto, assunta per un lavoro, presentarsi alla porta del cliente come al solito per poi sorridere e dire “Agli ordini!”

...che lei e il suo amato si siano rivisti? Noi speriamo proprio di sì. 




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