Nietzsche e Stephen King: l’eterno ritorno
Cos’hanno in comune Friedrich Nietzsche e Stephen King, oltre ad essere due pilastri indiscussi, uno della filosofia dell’Ottocento e l’altro della letteratura americana horror/thriller?
Nietzsche è noto ai più per aver formulato le teorie del Superuomo e dell’eterno ritorno, magistralmente espresse in Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, pubblicato in tre tomi fra il 1883 e il 1885.
Nel 2015 esce Il bazar dei brutti sogni, opera di King che consiste in una raccolta di brevi storie macabre, poesie e saggi del maestro dell'orrore. All’interno di questo volume troviamo un racconto dal titolo Aldilà. Essa vede come protagonista il signor Bill Andrews, deceduto per un cancro, ritrovatosi dopo la morte ad affrontare ciò che lo aspetta. Egli, defunto, si ritrova a parlare col signor Harris, dopo aver attraversato un corridoio e varcato la porta del suo ufficio, che gli offre una scelta. Porta di destra: rivivi la tua vita uguale dalla A alla Z senza possibilità di cambiamento, porta a sinistra: svanisci. Possiamo tutti immaginare il senso di smarrimento e di paura che ha percosso il signor Bill in quell’istante. Che fare? Davvero non è possibile cambiare i propri errori e il proprio destino? Alla fine il signor Bill sceglie la porta di destra, convinto di poter cambiare il corso degli eventi, ma il signor Harris, che in realtà ha visto Bill per ben 15 volte dopo la sua morte, sa che commetterà gli stessi identici errori, compreso quello stupro di gruppo che è stato un peso per tutta la sua vita.
Ecco, immaginatevi di trovarvi in questa situazione: di trovarvi faccia a faccia, oltre che con la paura della morte, anche con l’angoscia della scelta di dover rivivere la vostra esistenza.
In questa storia il protagonista ha dunque un desiderio impellente di modificare il corso della sua vita e non accetta il fatto di doverla ripercorrere precisamente come è stata: stesse gioie, stessi dolori e, soprattutto, certi errori. La maggior parte degli esseri umani si trovano nella stessa situazione di Bill, ignari del destino che li attende dopo la morte; sperano in una vita migliore, o perlomeno di non dover mai ripercorrere la vita già vissuta senza alcuna modifica.
In Così parlò Zarathustra Nietzsche riassume i sentimenti di paura che agitano l’essere umano di fronte al destino, e ne dà una soluzione originale nella teoria dell’eterno ritorno. Nietzsche, infatti, non sarebbe d’accordo col nostro Bill e, anzi, non lo riterrebbe adeguato a uno dei capisaldi della sua filosofia. L’eterno ritorno dell’uguale rappresenta il mondo che ciclicamente si riafferma e ritorna su sé stesso: “tutte le cose eternamente ritornano e noi con esse, e che noi siamo stati già, eterne volte, e tutte le cose con noi”. In questo modo l’uomo è chiamato, a ripetere la propria vita identica a sé stessa, come specchiandosi nella sua esistenza, accettando il proprio destino. Senonché tale è il terrore che coglie l’uomo di fronte a tale possibilità che nessuno accetterebbe una tale sfida. Solamente il Superuomo, consapevole della propria esistenza e dei propri eventi, è pronto ad affrontare errori e vizi del passato, affermando fino alla fine la sua volontà di potenza. Nietzsche condanna la rappresentazione di un tempo lineare tipica della tradizione cristiana e afferma che solo abbandonandola e rendendosi consapevoli della ciclicità del tempo l’uomo può raggiungere uno stato di felicità, rintracciando il bello nella necessità (amor fati). Il nostro Bill era tormentato dal suo passato, invece Nietzsche vede nel passato una ricchezza e non un errore da cancellare.
La teoria dell’eterno ritorno esige una buona dose di coraggio e di consapevolezza, principi che solo in pochi sanno veramente vivere ed accettare e pertanto sono in pochi che si differenziano dal resto del mondo e si pongono oltre l’uomo. Tu ci riusciresti? Vivresti la tua vita così com’è stata fin ora?
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