Alastor vs Vox: i mass-media nella vita moderna

 







Bentornati, siamo on-line! Benvenuti in questo nuovo capitolo della saga di Hazbin Hotel! In questo articolo i nostri protagonisti saranno il personaggio impossibile da odiare per classe e intelligenza e il perfettino delle tre V: Alastor e Vox. Nonostante il loro profondo odio reciproco, essi hanno molto in comune e non mi riferisco solo al desiderio di plasmare l’inferno a loro piacimento, ma soprattutto al loro ruolo all’interno del loro (e del nostro) mondo: essi rappresentano, infatti, i mass media, i mezzi di comunicazione più famosi e diffusi, che nel corso degli anni si sono combattuti testa a testa in una guerra senza fine. 

Piccola annotazione prima di continuare. Per quanto ci è dato sapere, Alastor è arrivato per caso all’inferno e se all’inizio la sua presenza non turbava quasi nessuno, piano piano iniziò a farsi sentire in quanto riusciva a catturare le anime dei più grandi pilastri dell’inferno (i Signori supremi o Overlords, fra cui Husk) e a trasmettere le loro urla strazianti come monito; solo una pausa di sette anni potè rallentare la sua ascesa. Di contro, Vox fa parte dell’organizzazione delle tre V (il trio che comprende anche Valentino, l’impresario del sesso, e Velvette, celebre influencer e tiktoker dell'inferno), e in quanto tale rappresenta uno dei personaggi di spicco dell’inferno e tiene fra le sue mani la comunicazione nella maggior parte degli inferi. 

Non è un caso se entrambi questi personaggi trovano il loro posto all’inferno: infatti la funzione sociale delle telecomunicazioni, dei media e della comunicazione radiofonica si declina in una raffigurazione totalmente negativa. Nel corso dei secoli, l’uomo ha sempre avuto l’esigenza di comunicare con gli altri anche a lunghe distanze (abbiamo precedentemente parlato delle lettere e delle bambole di scrittura automatica con Violet Evergardeen, se vi siete persi l’articolo, vi invito a recuperarlo!) ma, con l’avvento della tecnologia, il modo di comunicare si è trasformato. Non tutto quello che è oro luccica, l’essere umano ha iniziato a diventare succube dei mass media ed essi, più che neutri mezzi di comunicazione, diventano sovente dei veri e propri strumenti atti a soggiogare chiunque (creando dipendenza e alienazione), ma anche degli amplificatori di propaganda capitalista e consumistica tramite pubblicità e annunci. I mezzi di comunicazione diventano così, da un importante e potenzialmente utile mezzo di cultura e trasmissione, una trappola della mente e oggetto del “peccato” nel nostro specifico caso. 

Queste critiche non sono estranee al pensiero filosofico in quanto diversi filosofi moderni hanno espresso la loro opinione sul potere e sul ruolo dei mezzi  di comunicazione di massa: basti citare Adorno e Popper. Karl Popper è stato un filosofo austro-britannico del XX secolo, si occupò di filosofia della scienza ma anche di mass-media e del ruolo della televisione. La sua critica alla televisione è molto dura soprattutto all’interno dell’opera Cattiva maestra televisione ne in cui egli sostiene come la tv renderebbe i discorsi culturali in semplici nozioni trasmettendo immagini superficiali riducendo il pubblico ad una “narcolessia collettiva” dunque un’inibizione della mente del telespettatore ma non solo, in quest’opera viene anche sottolineato come questo mezzo incentivi alla violenza. Le pubblicità, inoltre, sono finalizzate esclusivamente al capitalismo: possiamo dire che invogliano l’individuo allo spendere tramite immagini e standard fittizi. (https://www.esserepensiero.it/argomenti/filosofia/i-mass-media-secondo-popper-tra-manipolazione-controllo-e-pensiero-critico/). Questi rischi sono comuni anche ai social media, in cui il capitalismo e le immagini fuorvianti diventano parte della nostra quotidianità, ma questo ruolo è assunto da Velvette ed è un’altra storia. Ci basti sapere che i mezzi di comunicazione hanno un denominatore comune e indissolubile. 

Della stessa epoca fa parte il filosofo Adorno (Theodor Wiesengrund) le cui opere più famose si interessano alla comunicazione. Allo stesso modo di Popper, egli critica fortemente il ruolo dei mass-media nella nostra società concentrandosi su un altro mezzo di comunicazione: la radio, infatti sottolinea come la musica passata alla radio non sia altro che merce di scambio perdendo il suo reale valore “isolando l’ascoltatore, la radio distrugge lo "spazio sinfonico" che invece avvolge l’individuo durante un concerto, e incrementa in tal modo la standardizzazione”. Sicuramente l’opera di maggiore spicco in cui leggiamo tali critiche alla comunicazione è La dialettica dell’Illuminismo scritta con il suo maestro Horkheimer in cui si sottolinea, ancora una volta, come i mass media siano un mezzo di commercio e capitalista eliminando totalmente il principio della creatività (https://www.lacomunicazione.it/voce/adorno-theodor-w/). L’uomo è standardizzato e oppresso dai mass media e nulla può fare per sfuggire al loro controllo (chi mai potrebbe andare contro Alastor e Vox? il paragone è assolutamente azzeccato).

Abbiamo, inoltre, precedentemente accennato che i nuovi media rientrino nella sfera del peccato all’interno della nostra storia, ma in che senso? Non dimentichiamo che diversi personaggi attualmente conosciuti come VIP, famosi e di successo, sono in un certo senso “figli” dei programmi radio e televisivi… da qui il rischio di intravedere in essi dei modelli sbagliati e adorare i falsi idoli. Inoltre l’abuso dei social non migliora certo la situazione, distogliendo la nostra attenzione da ciò che è veramente importante, dalla vita reale. 

Con l’avanzare degli anni e l’innovazione tecnologica, la radio sembra aver trovato il suo punto di arrivo come successo ad Alastor ma egli, dopo una pausa di sette anni come già detto, ritorna più forte di prima…sarà così anche nel nostro mondo? Oggi assistiamo davvero alla fine della radio? La radio è stata il mezzo principale di comunicazione fino ad inizio ‘900, quando l’avvento della televisione l’ha resa obsoleta ed insignificante ma, nell’epoca di Spotify, è tornata in vigore tramite i podcast. Sì miei cari, non usiamo una radio, ma utilizziamo il telefono come una radio per ascoltare informazioni. L’analisi che abbiamo appena affrontato può essere posto anche sotto un altro aspetto: quello politico. I mass media infatti non sono solo mezzi di propaganda consumistica ma anche politica in cui i forti di turno possono cercare di imporre il proprio pensiero come successo in precedenza. Ricordiamo in tal senso i discorsi di Hitler e Roosevelt che, in modo totalmente differente, tentavano di arrivare alle folle, il primo con violenza e intimidazione, il secondo con calma e voce rassicurante. Ma forse questi discorsi non sono poi così lontani dai giorni nostri…

Voi cosa ne pensate? I mass media hanno più una connotazione negativa o positiva? Ma soprattutto: pensate che la politica abbia un’influenza su ciò che vediamo o sentiamo tramite i mezzi di comunicazione? Servono delle limitazioni?






Concetta Falcone

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